14 December 2001
Silvano Avolio
IL PINO LORICATO
(Pinus leucodermis Ant.)
Emblema del Parco Nazionale del Pollino

Il Pino Loricato - Cover Ecosistemi forestali - Studi e Ricerche, Edizioni Prometeo, Quaderni del Parco - 7, Castrovillari (CS), Italia, 1996, 140 pages, colour photographs, tables, map, bibliography
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Summary

    Palebark pine (Pinus leucodermis Ant.). Emblem of the National Park of Pollino.

    In Italy Palebark pine (Pinus leucodermis Antoine) grows in natural stands the calcareous Calabro-Lucano Apennine. There are four natural vegetation groups: two in the Apennines (Alpi-Spina-Zàccana and Pollino) and two on the coast (Palanuda-Pellegrino and Montéa). During the last 40-45 years the species has expanded very slowly in Calabria (M. La Caccia) and in Lucania (M. La Spina) it is now moving towards the "macchia" level. Some remarkes on the biological state of this conifer, expressed by som researches in 1950-1960, not confirmed Palebark pine covers in Italy about 5700 hectares. The Montéa coastal sector marks the western and southern limits of the expansion of this species in Europe. There is a large variability in elevator (530-2240 m).
Trunk of Pinus leucodermis
One of the many beautiful pictures of this book.
    In natural formation, the species shows good presence of natural regeneration and absence of growth. In limited areas of Mount Pollino and the two coastal groups, Palebark pine joins an edaphic ecotype of Calabrian laricio pine. Where climatic conditions are hard, Palebark pine shows strong resistance to high altitude climate, excellent adaptability to all edaphic conditions, even to the hardest, good attitude to recreate a forest cover on burnt areas. Palebark pine wood can be used for many purposes.
    The first plantations of this pine now more than thirty-five years old; are good, and the stands regenerate naturally. On the contrary, Austrian black pine of the same age is not in good health, show a limited. Very young plantations confirm the good results of the older stands.
    Ecological, biological, structural and technological surveys carríed out by the Section Cosenza Istituto Sperimentale per la Selvicoltura on natural stands and on experimental plots, confirm that Palebark pine is a mediterranean conifer of remarcable forest interest.


Riassunto

    Il pino loricato (Pinus leucodermis Antoine) costituisce in Italia popolamenti naturali più o meno estesi nell'Appennino calcareo calabro-lucano. Si distinguono quattro gruppi naturali di vegetazione: due appenninici (Alpi-Spina-Zàccana e Pollino) e due costieri (Palanuda-Pellegrino e Montéa). La superficie dell'areale italiano è di circa 5700 ettari, ricadenti per il 50% nel Massiccio del Pollino. Sulle montagne del settore costiero della Montéa è posto il limite di espansione, a ovest e a sud, della specie in Europa. La variabilità in senso altitudinale è elevata (530-2240 m s.l.m.). Il pino loricato è in lenta espansione negli ultimi 40-45 anni sia in Calabria (M. La Caccia) che in Lucania (M. La Spina) e tende a discendere e penetrare nella macchiaforesta mediterranea. Ciò permette di fugare definitivamente le riserve sul futuro della conifera indigena avanzate negli anni 1950-60 da alcuni studiosi.
    Nelle formazioni naturali la specie dimostra buona vigoria vegetativa, presenza di rinnovazione e assenza di attacchi parassitari diffusi. Le pinete adulte si configurano come fustaie pressoché pure, coetanee su piccole superfici, relativamente dense. In ristrette aree del Pollino e dei due gruppi costieri il loricato si associa a un ecotipo edafico del pino nero laricio calabrese. Nel piano montano superiore, il pino loricato diventa esclusivo e manifesta notevole resistenza alla rigidità del clima d'altitudine, forte adattabilità a condizioni edafiche le più ingrate, spiccata capacità colonizzatrice, buona attitudine a ricostituire aree boscate percorse dal fuoco.
    I primi rimboschimenti di pino loricato realizzati in Calabria hanno superato i 35 anni, mostrano uno stato vegetativo ottimale e sono già in grado di rinnovarsi naturalmente. Viceversa, gli impianti di pino nero d'Austria, effettuati nello stesso periodo, si presentano sofferenti e con molte fallanze.
    I risultati delle indagini ecologiche, biologico-strutturali e tecnologiche condotte dalla Sezione di Cosenza dell'Istituto Sperimentale per la Selvicoltura di Arezzo nei nuclei naturali di vegetazione e negli impianti sperimentali (parcelle, campi e centri di diffusione), consentono di annoverare il pino loricato fra le conifere mediterranee di interesse forestale.


Presentazione

Il Pino loricato del Pollino
Mito di terra bruzia
Archetipo diforza
Simbolo di vetustà
Natura viva infranta

Il bosco nel tempo ha assunto valori e significati diversi in relazione ai cambiamenti socio-economici e culturali. Per lungo tempo ha fornito all'uomo quanto necessario per vivere e sopravvivere: è stato insierne riserva e risorsa. Dapprima ricovero e luogo di raccolta di legno, ma anche di frutti, funghi, miele ... ; poi riserva di caccia; infine pascolo. Eppure, il bosco si configura come un mondo ancora sconosciuto, inespresso.
Nasconde enigmi che l'uomo cerca di svelare e categorizzare. Ma a questo intento, lodevole e faticoso, fa da contrappasso un perverso desiderio distruttivo. E poiché le motivazioni sono ben note - gli interessi di pochi - è paradossale che nell'era della comunicazione e della glasnost - della trasparenza - si faccia di tutto per sorvolare, sminuire o non fare conoscere gli effetti conseguenti alla distruzione di ampie aree forestali. Inoltre, si deve dire che i tentativi per ricostruire il bosco danneggiato o trasformato servono a poco quando si ha la volontà e si dispone di mezzi per annientarne in breve tempo centinaia o addirittura migliaia di ettari. Non si fa del facile allarmismo. Si registra un dato di fatto, di cui, volenti o nolenti, si deve tener conto.
Epperò, si fa notare che in questi ultimi anni all'idea del bosco come risorsa si va sostituendo l'idea di bosco come riserva. Un evento di notevole rilevanza: una vera e propria rivoluzione scientifica e culturale. Il bosco diviene un ente che ha valore in sé: non più "oggetto" da sfruttare, ma "soggetto di diritti". Si chiariscono alcuni concetti per lungo tempo rimasti inespressi. Il bosco non è un gruppo di alberi: e non è neppure un insieme di alberi; è ben di più: è un sistema. biologico complesso. E, come tutti i sistemi biologici, oltre alla nozione di tempo, di mutamento e di fluttuazioni, sottende epifenomeni, retroazioni, determinazioni, alea. Esso vive di vita propria e funziona fino a che non subisce alterazioni tali da comprometterne la coerenza interna. L'intervento dell'uomo deve essere consapevole e mirato, cioè a sostegno e nell'interesse del bosco. Si inverte l'ordine delle cose che ha dominato per lungo tempo. Il bosco non è più la miniera da cui estrarre quanto più possibile, ma un ente da rispettare, conoscere, amare, difendere.
Silvano Avolio, che da tempo studia il Pino loricato (Pinus leucodermis Ant.), in questo volume, ricco di illustrazioni, riassume con diligenza le attuali conoscenze dal punto di vista sistematico, fitogeografico, ecologico e selvicolturale. Di più illustra lo stato dell'arte delle ricerche, che la Sezione di Cosenza dell'Istituto Sperimentale per la Selvicoltura di Arezzo conduce da vari lustri, e cerca di delineare le linee operative per una migliore tutela degli esemplari più vetusti, per la coltivazione e per la gestione dei giovani popolamenti. La Natura è più forte e viva di quanto non si creda. Il Pino loricato avanza. Si autodiffonde secondo una strategia incredibilmente efficace, malgrado i tentativi che l'uomo ha fatto e, ahimé, continua a fare, per fermarlo e per rubargli gli spazi che gli competono. Epperò, come prima detto, una nuova, diversa cultura si va affermando: essa è basata sull'alleanza tra uomo e bosco. Ecco dunque che la diffusione artificiale si coniuga a quella naturale. Questo volume, tra l'altro, serve a ricordare a tutti la necessità di salvaguardare con ogni mezzo l'integrità del Pollino. Un paesaggio aspro, forte e incantevole, del quale il Pino loricato è l'emblema. Ma serve anche a non far dimenticare quanto ho scritto dopo 1'evento deliberatamente distruttivo del famoso Pino loricato della Grande Porta del Pollino, avvenuto il 19 ottobre 1993: "Un mito oltraggiato e infranto, un simbolo umilliato e offeso, un albero violentato e distrutto dalla barbarie, dalla viltà e dalla stupidità".

Orazio Ciancio
Direttore Istituto Assestamento
e Tecnologie Forestali
Università di Firenze

Indice

INTRODUZIONE ALLA CONOSCENZA DELLA SPECIE
Cenni storici
Caratteri di riconoscimento
Areale italiano
Aspetti ecologici
7
10
16
20
IMPORTANZA GEOBOTANICA E FORESTALE
Esclusivita' fitogeograflca e paesaggistico ambientale
Ampiezza altitudinale di vegetazione
Caratteristiche tecnologiche e usi del legno
I Giganti del Pollino
40
46
56
60
STATO DELLA RICERCA
Formazioni naturali
Boschi da seme
Formazioni artificiali
Parcelle sperimentali
Campi sperimentali di confronto
Centri di diffusione della specie
71
99
101
106
109
113
OBIETTIVI DELLA GESTIONE FORESTALE
Peculiarità ambientali del Parco Nazionale del Pollino
Pinete naturali e artificiali
Linee di intervento
Considerazioni finali
122
124
128
129
RIASSUNTO - SUMMARY133
BIBLIOGRAFIA135

14 December 2001
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